Taxi Addis Abeba

PROGRAMMA
DATA2019

Questo filmino è un montaggio fatto dal valoroso Maikid (che mi asseconda ormai da 20 anni di scorribande ) di una SD card che gli ho consegnato qualche settimana fa. Poi ho acceso il registratore e ho improvvisato la colonna sonora divertendomi come un bambino dell’asilo.
Tornando da Asmara dopo aver girato il video di “Chiaro di Luna” ho visto che l’aereo dell’Ethiopian faceva scalo ad Addis Abeba. Ho verificato che non servisse un visto da chiedere con anticipo, così all’aeroporto ho salutato il piccolo gruppo che era con me in ripartenza per Roma e sono uscito dall’aera transiti. Passata la dogana con solo bagaglio a mano sono rimasto in città per quattro giorni. Troppo pochi, l’Etiopia è un paese enorme che vorrei visitare da cima a fondo, e Addis Abeba è un posto nel quale mi piacerebbe passare più tempo, non so, anche registrarci un disco. La musica etiope è un universo a parte nella musica africana, io ne vado pazzo, ho consumato le compilation “ethiopiques” (che vi consiglio).
Sono rimasto solo 4 giorni, giusto il tempo di fare molti km a piedi o con quei taxi blu spesso tenuti insieme con lo scotch ma curati e decorati con dovizia, come si fa con qualcosa di prezioso che ti da vivere. Addis Abeba è una capitale grandissima che ne ha passate di tutti i colori ma è soprattutto un crocevia importante dell’africa orientale. Ho voglia di tornarci, così come ho desiderio di tornare in Eritrea, così come me ne andrei dappertutto. Viaggiare è la cosa che mi piace di più al mondo insieme alla musica, il desiderio di viaggiare è molto precedente a quello della musica in me, direi che quando ho scoperto la passione per la musica è stato perché la musica è un biglietto open per ovunque.
Questo filmino è un passatempo senza pretese, un modo per condividere con voi un giro in una città che immagino pochi di noi conosciamo, anche perchè Addis Abeba non è una meta di turismo, al massimo è uno scalo per andare in quale isola calda, o una meta per diplomatici, filantropi e qualche uomo d’affari. Una città di 7 milioni di persone, poverissima e ricca in simultanea, come accade spesso con le grandi metropoli africane, ma ho avuto modo anche di notare l’emergere di una cosiddetta “classe media”, e questo è un motivo di speranza perchè è sempre in quel passaggio lì che si giocano i cambiamenti politici che possono creare maggior accesso, e mai come oggi c’è bisogno di cambiamento.
Addis Abeba non è un luogo pittoresco ma ribolle di storia, di speranze abortite e di altre ancora vive e non risparmia scoppi di bellezza.
A colpirmi è sempre e soprattutto la vita delle persone nella loro essenza, la storia che ognuno si porta addosso, nel modo di camminare, di vestire, di guardare, di offrirsi al mondo nella quotidianità. La strada, sempre lei, la vera casa di tutti.
E’ scontato che visitando una città africana in questi anni la mente si attorcigli intorno al nodo delle migrazioni e cerchi stracci di riposta,: una visione, qualcosa che rompa il cerchio delle solite chiacchiere e della propaganda incessante che evita la complessità, come sempre fa la propaganda. Io non mi sono fatto un’idea molto stabile sulla cosa, se non quella che ho da sempre e che non ho mai cambiato nella sostanza: credo in un mondo aperto e in tutte le iniziative che vanno in questa direzione. Giro alla ricerca di pezze d’appoggio per questa mia attitudine, che alimentino le ragioni di una tenace fiducia nel fatto che il pianeta ha risorse per tutti, se solo volessimo amministrarle. Difficilissimo, ma chi lo ha detto che le cose debbano essere facili? Niente è facile al mondo, ma niente è impossibile.
Buona visione.

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